04 febbraio, 2006

Piatto oscillante

Due pionieri della musicoterapia mondiale, Paul Nordoff (1909-1977) e Clive Robbins (1927-) all'inizio della loro collaborazione professionale, parlando dello strumentario necessario per far partecipare attivamente e creativamente anche l'utenza, proponevano di collocare nella stanza un rullante ed un piatto oscillante. Oggi noi siamo abituati a fornire ai partecipanti molti strumenti e anche chi pratica il metodo Nordoff-Robbins ha allargato il parco-strumenti. E' comunque indubbio che qualche vantaggio c'è ad inserire tra gli altri strumenti anche il piatto e il rullante. In questo post mi soffermerò un pò sui vantaggi e gli svantaggi legati all'utilizzo del piatto nel setting di musicoterapia.Preciso immediatamente che quando dico "piatto" intendo lo strumento più il supporto che normalmente è un'asta. Relativamente all'asta va poi detto che è molto meglio se comperiamo un'asta a giraffa. Lo sonodo e il braccio di quest'asta ci permettono infatti di avvicinare il piatto anche a chi è seduto su una carrozzina o sdraiato a letto. Personalmente uso molto il piatto quando lavoro con gruppi. Se sto facendo musicoterapia con gli anziani non tutti i partecipanti sono in grado di tenere in una mano un tamburo e con l'atra un battente. A chi non ha il pieno controllo di entrambe le mani, potrei offrire uno strumento a scuotimento come una maracas o un campanello ma dal punto di vista dell'importanza percepita non c'è confronto tra il "suonatore di tamburo" e il "suonatore di campanellino". Essere il "suonatore del piatto" invece mantiene in un certo senso le proporzioni di autorevolezza sonora che si creano tra i vari strumentisti del gruppo. Chi suona il piatto è degno di essere ascoltato sia per il volume di suono emesso dallo strumento che per la sua unicità: il piatto infatti è unico mentre i tamburi sono molti. Questo strumento mi permette poi di differenziare i ruoli "formali" quando si lavora con la performance improvvisativa di un tema "dato". Chi ha il piatto è il segnalatore delle variazioni, dei crescendi, dei diminuendi, dell'attacco e della conclusione..insomma il "piattista" diventa un direttore d'orchestra. Un'altra caratteristica che mi piace molto del piatto è la sua facile condivisibilità. Se si mette lo strumento tra due partecipanti è possibile attivare una serie di giochi molto divertenti e nello stesso tempo importanti sia dal punto di vista motorio, cognitivo ed anche sociale. La possibilità di regolare altezza, inclinazione e vicinanza dello strumento mi offre innumerevoli spunti per ottenere gesti finalizzati che possono in alcuni casi tornare utili ai fini riabilitativi o psicomotori. La sfera cognitiva viene coinvolta dall'aspetto percussivo offerto dallo strumento che tradotto in altre parole significa attenzione e concentrazione su una consegna di tipo ritmico. Chi non si è mai trovato in difficoltà nell'andare a tempo con un beat dato ??? La condivisione poi mi obbliga a ragionare in termini di turni, attese, regole che sono i prerequisiti di qualsiasi relazione sociale nel nostro quotidiano. Dimenticavo...possiamo variare l'aspetto dinamico usando battenti diversi che vanno da quelli con pomello ovattato fino alle spazzole. La percussione al centro della campana e quella vicino al bordo infine ci permette di variare il timbro...insomma vi consiglio di inserirlo nel vostro strumentario!

Categorie: [Strumentario]
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