Ecco un'altra di quelle domande che accompagnano la vita di chi fa musicoterapia. Appena le persone intuiscono che tipo di mestiere fai, scatta l'interrogatorio su quale pezzo bisogna ascoltare per far passsare l'emicrania, far nascere sano il bambino, digerire la porchetta, ridurre l'ansia, gestire le fobie, far sparire le smagliature, eliminare le maniglie dell'amore, aumentare le prestazioni sessuali, far crescere i capelli e via di questo passo. La lista è praticamente infinita. Di fronte ad una domanda così complessa la risposta è molto semplice, talmente semplice che non convince e le persone ti riformulano la domanda in modo diverso perche temono di non essere state sufficientemente chiare. "Ma tu che fai musicoterapia che musica mi consigli per...?" La domanda anche se posta diversamente ha un vizio di forma che fa si che la risposta non soddisfi. Una delle poche costanti fondanti questa disciplina, a prescindere dal tipo di musicoterapia, dal modello di musicoterapia e dalle tecniche usate è che possiamo riconoscere come musicoterapico un evento che vede DUE protagonisti: uno di questi ha il ruolo di facilitatore e l'altro di facilitato. Uno di questi si rivolge all'altro cercando soluzione a un qualche tipo di problema. L'altro ha una formazione tale che gli permette di dare delle risposte professionali a tali problemi. Entrambi si impegnano a fare un percorso insieme dove ci sono regole, diritti e doveri. Quando la domanda scavalca a priori questo prerequisito distintivo di una relazione musicoterapica non si capisce perchè si considera il musicoterapeuta esperto. Ognuno è esperto per sè stesso e per ognuno ci sarà LA musica giusta da ascoltare per...Non possiamo pensare ad una ricetta dove viene prescritto Vivaldi opera xy per tutti indistintamente...Ci sono dei criteri di massima che permettono di discriminare grossolanamente una serie di elementi che troviamo in modo ricorrente nella musica considerata rilassante piuttosto che in quella attivante ma questa è la massima generalizzazione che possiamo fare. Ricordiamoci che la musica che oggi mi rilassa domani potrebbe annoiarmi e ieri aver fatto ballare un altro ascoltatore.
Elementi musicali potenzialmente stimolanti:
- cambiamenti imprevedibili del tempo
- cambiamenti imprevedibili o improvvisi del:
volume
ritmo
timbro
altezza (frequenza)
armonia
- ampie variazioni nell’arrangiamento del pezzo
- dissonanze inaspettate
- accenti inaspettati
- timbri aspri e striduli
- assenza di struttura e forma nel pezzo
- improvvisi accelerando, ritardando, crescendo e diminuendo
- interruzioni inaspettate nella musica
Elementi musicali potenzialmente rilassanti:
- tempo senza variazioni
- stabilità o cambiamenti graduali del:
volume
ritmo
timbro
altezza (frequenza)
armonia
- modulazioni armoniche prevedibili
- cadenze appropriate
- linee melodiche prevedibili
- ripetizione
- struttura e forma
- timbri delicati
- pochi accenti
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09 febbraio, 2006
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