Quando faccio (come oggi ) i laboratori sul songwriting in musicoterapia, fino a quando si lavora sul testo, sulla rima, sulla metrica, sugli accenti, sul ritmo, tutto sommato la maggior parte delle persone si applica senza protestare verbalmente sulla difficoltà del compito. Quando inizio ad affrontare il "capitolo musica", invitando le persone ad inventare una melodia per le parole che abbiamo scritto, tutto sembra improvvisamente difficile. Si scatena un ammutinamento di massa. Volano le proteste e gli slogan. Si assiste ad una amnesia collettiva: ci si dimentica che non sta scritto da nessuna parte che per forza la nostra linea vocale deve avere intervalli ascendenti e discendenti vertiginosi e continui. Vale come sempre la regola che possiamo tranquillamente iniziare con le cose semplici e diventare "abili" piano piano in questo mestiere. Se questo è vero qual'è il livello 1 della progressione del provetto compositore e facilitatore di canzoni in musicoterapia? Facile: musicare il nostro testo usando soltanto una nota! Uno a questo punto si aspetta che il gruppo, sollevato dall'ansia della performance, tirando un sospiro di sollievo dica: "Grazie". Invece no! I timorosi e inibiti partecipanti tornano improvvisamente gagliardi e iniziano: "Ma così è banale, non c'è gusto, è troppo facile, che palle, sempre uguale, dopo un pò non ne puoi più ecc. ecc".
Che razza gli allievi...eppure insegnare questo mestiere mi piace :-)
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22 gennaio, 2006
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