Categorie: [Strumentario] [Tecnologia]
Come tutti i titoli di questo blog dedicato alla musicoterapia, anche questo apre la discussione su un argomento che meriterebbe molte più parole di quelle che scrivo. Diciamo che ogni titolo potrebbe essere pensato come un contenitore dove nel tempo inserirò vari argomenti. Sulla musicoterapia e la tecnologia inizio con il proporre uno strumento dal nome evocativo: Soundbeam. Cliccando sul titolo del post si accede direttamente al sito del distributore. Consiglio vivamente di scaricare il video illustrativo che la ditta mette a disposizione perchè vale più di mille parole. Ecco il link http://www.soundbeam.co.uk/wtsb.html. Sempre per dare il merito a chi ce l'ha, devo dire che già un altro sito di musicoterapia si è occupato di questo strumento. Qui il lettore può trovare l'articolo in questione. L'inventore di tale dispositivo è David Jackson. Se non avete mai visto in funzione il Soundbeam, vi siete persi una delle applicazioni tecnologiche più mirabolanti degli ultimi tempi che permettono la fruizione della musica alle persone con disabilità. In poche parole il Soundbeam supera le limitazioni della disabilità. E' un modo completamente nuovo di produrre musica. L'apparecchio produce un raggio ultrasonico che fa si che i movimenti dell'utente vengano covertiti in suoni da una tastiera o un modulo sonoro. I movimenti possono essere macroscopici, come danzare o muoversi in una stanza, o focalizzati su un'unica parte del corpo, come il capo o le mani. La velocità, l'angolo e la dimensione del movimento andranno a modificare l'altezza e il timbro del suono prodotto. Muovendosi all'interno del raggio prodotto dal dispositivo, il soggetto può modificare i vari parametri con una mobilità decisamente inferiore a quella che servirebbe per produrre suono con un qualsiasi altro strumento tradizionale e questo è il motivo per cui può sicuramente interessare l'applicazione del Soundbeam in musicoterapia.
Il Soundbeam è composto di due sezioni: un cervello che permette la regolazione dei parametri e una specie di torcia (la forma sembra proprio quella di una torcia rossa) da dove viene emesso il "raggio". Questa torcia è sempre posta su un supporto tipo asta di microfono in modo che possiamo orientarla come meglio riteniamo.Originariamente lo strumento veniva usato dai ballerini contemporanei che mentre si muovevano producevano la musica che stavano danzando. Immediatamente le sue potenzialità nel mondo della disabilità sono apparse illimitate. Il Soundbeam non è l'unico dispositivo del genere ma certo è quello che ad oggi è più "evoluto". Recentemente sono apparsi sul mercato una serie di sintetizzatori controllabili con il movimento. L'emissione del suono in codesti sintetizzatori è controllata dal movimento delle mani sulle tre dimensioni proprio come il Soundbeam. Attualmente il più popolare di questi strumenti è il Synt Air della Alesis A diffferenza del Soundbeam, il prodotto della Alesis utilizza un raggio ad infrarossi. Personalmente sono favorevole all'uso della tecnologia in musicoterapia pur con tutti i limiti che un mezzo elettronico può avere. Certo non c'è confronto con le possibilità relazionali presenti in un dialogo sonoro e non possiamo nascondere che per avere dei suoni "umani" il costo del modulo sonoro crescerebbe non poco. Forse la premessa essenziale da fare ogni volta che si inizia il discorso su tecnologia buona o cattiva per la musicoterapia, è che suonare dal vivo piuttosto che servirsi di questi strumenti elettronici non dovrebbe diventare una scelta che esclude l'altra quanto piuttosto convivere.
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14 dicembre, 2005
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