13 dicembre, 2005

Musicoterapia e Silenzio

Categorie: [Riflessioni]

L'immagine qui di fianco è la copertina di un libro che ho iniziato a leggere in questi giorni. Si intitola Music-Centered Music Therapy. Si potrebbe tradurre "Musicoterapia Musico-Centrata" oppure "Musicoterapia Centrata sulla Musica". L'autore è Kenneth Aigen e la casa editrice è la Barcelona Publisher Premetto che il mio commento non è per nulla parziale e distaccato: anzi! Consiglio a tutti i musicisti che vogliono fare musicoterapia e a tutti gli operatori di musicoterapia che sono musicisti di comperare e leggere questo libro. Io l'ho ordinato sul sito di Amazon. Uno dei paragrafi più belli è sicuramente quello sul silenzio in musicoterapia. Aigen non dice nulla di nuovo ma mi piace come lo dice e forse alcune cose ti colpiscono di più se le leggi in momenti diversi della tua vita ed ora è un momento diverso da ieri. Di seguito una mia liberissima traduzione e sintesi del paragrafo.
Dal momento che i musicisti sono focalizzati soprattutto sulla creazione artistica di un prodotto sonoro noi a volte dimentichiamo quanto sia importante il silenzio. Il silenzio è presente a vari livelli durante una performance musicale. A livello macroscopico un attimo prima di iniziare a suonare o nelle pause tra un movimento, una sezione e l'altra di un pezzo, ma anche a livello microscopico. Gillian Stephens Langdon ha scritto che se analizziamo attentamente un pezzo musicale, scopriamo che il potere musicale dello stesso non è dato solamente dalle note, i ritmi e le armonie. Ci sono le pause, i silenzi. Lo stesso si può dire in un incontro di musicoterapia. Per essere un musicista e soprattutto un musicoterapeuta che fa musicoterapia musico-centrata, bisogna coltivare il rispetto e la comprensione del silenzio. Il silenzio è il luogo del nonfatto,della recettività, dell'ascolto, dell'accoglienza, dell'attesa, della pazienza. Aigen continua a citare Gillian Stephens Langdon che afferma che nel suo "stare in silenzio", l'operatore di musicoterapia inizia a creare uno spazio per l'utente ad un livello profondo. Non è facile imparare a sentirsi a proprio agio in questo silenzio e comprendere come un silenzio condiviso possa diventare un luogo di connessione opposto all'isolamento. Aigen cita poi Joseph Piccinnini e una sua interessante riflessione. Secondo Piccinnini l'accento sui tempi pari, caratteristico della musica rock, con la sua enfasi sul secondo e quarto movimento di una battuta, ha lo scopo di creare un invito a partecipare musicalmente visto che il primo movimento della battuta (non accentato) è uno spazio che chiede di essere riempito. Questo potrebbe spiegare l'efficacia clinica delle improvvisazioni basate su questo stile musicale.

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2 commenti:

arpista ha detto...

L'importanza del silenzio in musica è sempre stata una cosa che mi ha interessato molto. Pensa che se trovo un professore che mi appoggia forrei farci la tesi..! Quindi ti ringrazio per aver segnalato questo libro; spero di non aver molti problemi con l'inglese!! :-)

Valentina

Paolo Alberto Caneva ha detto...

prova